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Abitare e ospitare nell’arte

INTERVISTA A MANUELA BEDESCHI E CARLO BONETTI, PROPRIETARI DI "VILLA PISANI BONETTI" E DEL RELAIS "LA BARCHESSA DI VILLA PISANI”

Intervista di Luigi Leardini 

Qual è stata l’idea dietro l’acquisto di questo meraviglioso sito ricco di arte e storia che è
Villa Pisani?
Un innamoramento di mio marito, pensate che avevamo solo sentito parlare di questa Villa, ma non l’avevamo mai vista di persona. Poi mio marito ha letto sul giornale la notizia errata che fosse stata messa all’asta da Sotheby’s, mentre in effetti la vendita era solo seguita da Sotheby’s ramo immobiliare, gli è piaciuta, si è interessato alla storia e dopo aver incontrato la Contessa, è nata l’idea di poterla salvare e usare come spazio di rappresentanza.
Acquistata nel 2000, per un anno abbiamo solo pensato e valutato cosa e come procedere con i restanti e necessari lavori perché la proprietaria aveva fatto un corretto restauro ripulendo la Villa e riportandola agli spazi originali, ma il tutto non era completo, mancavano le due cantine, le due soffitte, tutta l’impiantistica esterna, il parco da ridefinire… Sono cominciati nel 2001 gli anni dei lavori che non sono ancora finiti!

Perché proprio una Villa del Palladio? 
È stato un caso o forse il destino. Ci è capitata, non era voluta ma, è stato un colpo di fulmine L’abbiamo acquistata per passione, per tenerla aperta al pubblico e farla conoscere.

Quanto sono durati i lavori di restauro e quali sono stati i momenti più difficili/interessanti?
I lavori non finiscono, due anni fa, abbiamo scoperto la base di una delle due torrette dell’antica cinta muraria presente in tante mappe, ma mai certificata da qualche ritrovamento. E’ stato molto emozionante fare questa scoperta che, seguita direttamente
dalla Soprintendenza di Verona, ha aggiunto un importante pezzo di storia a quanto già si conosceva sulla Villa.

Qual è stata la parte più affascinante di questa avventura?
Sicuramente la parte “museale” e storica. All’inizio arrivavano grandi gruppi a visitare la Villa, la Contessa aveva importanti rapporti di famiglia con nobili inglesi ed americani. A quel punto ci siamo confrontati con lei per capire come procedere. Non sapevamo bene cosa fare ma, abbiamo scoperto che non ci disturbavano affatto, anzi. Questa è diventata parte integrante del nostro progetto, riempiendoci di soddisfazioni. Condividere questo luogo ci ha dato la certezza di avere tra le mani un gioiello unico, da valorizzare e far scoprire a tutti.

Voi avete il vostro appartamento all’interno di Villa Pisani. Qual è l’emozione di chiamare casa questo posto? E com’è condividerlo con gli Ospiti… non siete mai veramente da soli.
Le visite sono molte, soprattutto da parte di scuole e gruppi, ma quando siamo nel nostro appartamento, isolati, non ci disturbano affatto.
Sentiamo molto la responsabilità di vivere una casa dal forte valore storico e artistico, quindi il nostro progetto è quello di condividere la storia di questa affascinante opera del Palladio e tutte le opere artistiche contemporanee presenti con più persone possibili.

Perché unire storia e arte contemporanea nelle opere presenti in Villa, nel Parco e in Barchessa?
Ho detto subito a mio marito Carlo: “lasciami realizzare un mio sogno, fammi organizzare mostre d’arte contemporanea nella nostra casa…” e lui ha accolto a pieno questo mio desiderio, e anche mio figlio Matteo l’Arte.

Già nel 2000 ho presentato la prima mostra con Giovanni Meloni, contemporaneamente alla presentazione di un libro di Dino Formaggio, e proseguiamo ancora oggi.
Ho constatato che il contrasto tra la classicità dell’architettura e la contemporaneità della proposta artistica può creare nuove storie ed un nuovo punto di vista per leggerle e capirle entrambe.In seguito, grazie all’amicizia con la Galleria Invernizzi di Milano, con Luca Massimo Barbero e Francesca Pola è iniziato un importante progetto espositivo internazionale dal 2007 al 2018, ma le nostre collaborazioni continuano ancora.

Come sono state scelte le Opere che rendono Villa, Parco e Relais un luogo unico e speciale?
Ci tengo a dire che non siamo collezionisti, ma persone che vogliono vivere con l’arte e ci siamo riusciti grazie a contatti e amicizie con artisti che hanno la nostra stessa visione. Io stessa ho seguito tutte le esposizioni nell’organizzazione e nei dettagli, ed essendo artista io stessa i rapporti sono stati più facili e più interessanti.

Com’è nata l’idea di aprire un Relais?
Quando abbiamo iniziato, la Barchessa era ridotta molto male. Ci siamo quindi fermati a pensare cosa poterne fare, vista la necessità di ristrutturazione totale. Abbiamo vagliato varie idee, ma non volevamo certamente che diventasse un condominio, per noi era importante mantenere intatta la tranquillità e la stessa atmosfera della Villa e volevamo continuare a sentirci ‘a casa’ anche in questi spazi. Inoltre, nell’ ottica della condivisione, volevamo dare la possibilità anche ai nostri Ospiti di vivere la magia di questo luogo, dormire nella storia e nell’arte. In seguito è stato aggiunto anche il Ristorante Osteria del Guà, altro progetto ambizioso, ma che si sposa con il nostro concetto di Ospitalità.

Possiamo definire la Barchessa, un Art Relais. Sappiamo che gli Ospiti apprezzano “la casa” che avete creato per loro, cosa distingue questo hotel da altri art hotel o ville storiche?
Sì, la Barchessa è un Art Hotel, riconosciuto ufficialmente dal TCI, e si distingue per la tipologia delle opere contemporanee negli spazi comuni e in tutte le 18 stanze che abbiamo personalizzato rendendole tutte diverse e uniche. La presenza di mobili antichi assieme a oggetti e pezzi unici di design sottolineano il confronto classico-contemporaneo presente anche in villa, sempre offrendo un ambiente familiare e accogliente per gli Ospiti, ma anche per noi…

Sig.ra Bedeschi, lei quando ha capito che sarebbe diventata un’artista? Come definirebbe le sue opere? E cosa vuole trasmettere?
Sin da piccola sapevo che l’arte era la mia strada, non c’erano però all’epoca a Vicenza scuole d’arte, mi sono dunque iscritta al Liceo Scientifico e frequentato qualche anno di Università poi a Verona dopo anni sono approdata all’Accademia Cignaroli, scegliendo scultura. L’arte è il mezzo che ho trovato per trasmettere pensieri ed emozioni, perché quello che amo dell’arte è la possibilità di comunicare utilizzando metodi diversi dalla parola.

Sig.ra Bedeschi, nel parco di Villa Pisani Bonetti ci sono alcune delle sue opere, molte con il neon. Come le ha scelte e come mai il neon?  
Il neon è un mezzo che uso da moltissimo tempo, una volta solo per aggiungere un po' di luce alle varie installazioni, ora, con le parole GUARDA, PENSA, ASCOLTA, VOLA, SOGNA, il progetto va oltre alla sola luce, imprimendole sulle panchine e negli spazi pubblici cerco di far pensare le persone, spingerle a meditare ed ascoltarsi.

Davanti al villino della Barchessa troviamo invece una sua scultura, ce ne parla?
È stato uno dei miei primi lavori, al quale sono emotivamente molto legata. L’ho creata quando ancora frequentavo l’Accademia di Belle Arti, ed è Matteo, mio figlio, un pezzo di vita.

Come artista ed amante dell’arte come ha cambiato la vostra vita questo luogo?
Mi ha dato la possibilità di realizzare un vecchio desiderio, promuovere e parlare di Arte direttamente nella mia casa. L’Arte è nel mio sangue, questo luogo mi dà modo di viverla nella sua totalità.

Progetti futuri?
Proseguire! Aumentare le visite, offrire sempre il meglio e di più ai nostri visitatori, continuare a dialogare con l’arte, avere sempre attenzione e cura nell’ospitare visitatori della Villa e ospiti della Barchessa. Ci conforta sapere che il nostro progetto piace.

Il suo Artista preferito in assoluto?
Molti: Mark Rothko, Mario Merz, Louise Bourgeois e tanti ancora…

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