INAUGURATO LA PRIMA VOLTA IL 14 FEBBRAIO 2020, MA COSTRETTO A CHIUDERE QUASI SUBITO A CAUSA DEI LOCKDOWN LEGATI ALLA PANDEMIA, PALAZZO MAFFEI CASA MUSEO HA RIAPERTO QUEST'ANNO AMPLIANDO ULTERIORMENTE LA SUA PROPOSTA CULTURALE.
Una straordinaria Casa-Museo nel cuore di Verona, nel pi. importante edificio seicentesco della città affacciato su Piazza delle Erbe: 2 piani, 27 sale, oltre 500 opere. Un percorso fin da subito guidato da un doppio registro, in cui antico e moderno s’intrecciano e dialogano, attraversando millenni di storia dell’arte – dall’archeologia greco-romana all’arte contemporanea – in una costante commistione tra pittura, scultura, arti applicate e architettura.
Il palazzo, dalla scenografica facciata, si apre con una scala elicoidale unica nel suo genere che conduce al primo piano: New Visions for Other Horizons è l’opera creata appositamente dall’artista fiorentino Maurizio Nannucci che apre il percorso come un “mantra”, riassumendo il senso dell’intero progetto museografico voluto dalla famiglia Carlon e ideato da Gabriella Belli con progetto allestitivo dello studio Baldessari e Baldessari.
Nuove visioni per nuovi orizzonti nascono infatti grazie a una collezione eclettica, che vanta importanti opere d’arte antica e testimonianze dell’arte veronese, capolavori assoluti e grandi nomi delle avanguardie del Novecento.
Nel contempo si possono trovare anche installazioni e interventi site specific di artisti contemporanei.
Al primo piano, nelle sale iniziali, si privilegia il dialogo tra le opere e gli ambienti nobili del palazzo a ricreare l’atmosfera di una dimora privata, mentre negli ambienti dedicati al Novecento e all’arte contemporanea si è voluta creare una vera e propria galleria museale, ove spiccano alcuni dei massimi artisti del XX secolo: Boccioni, Balla, Severini, ma anche Picasso, de Chirico, Casorati e Morandi accanto a Magritte, Max Ernst, Duchamp. E ancora Afro, Vedova, Fontana, Burri, Tancredi, De Dominicis, Manzoni e molti altri. Salendo al secondo piano, inaugurato il 23 ottobre 2022, la narrazione cambia: le sale espositive non si sviluppano più in un percorso cronologico, bensì in nuclei a sì, le cosiddette “meditazioni”.
Ogni stanza, infatti, invita alla riflessione su tematiche specifiche, evocate dalle opere e dagli arredamenti che ne fanno parte: dal rapporto tra l’uomo e il cosmo, a quello tra la natura e l’infinito, alla sostenibilità ambientale.
Apre il percorso l’Antiquarium, omaggio alla Verona romana, in cui accanto alle sculture marmoree e ai fregi architettonici ascrivibili tra i I e il III secolo d.C, trova spazio il Testimone (1991) di Mimmo Paladino, scultura che con i suoi tre volti su petto, invita ad una riflessione sul tempo e sul valore della vita.
Si prosegue, tra le varie proposte, con un bellissimo Amorino di Canova, che ci invita a scoprire l’intervento site specific dell’artista contemporanea Chiara Dynys posto in dialogo con gli affreschi settecenteschi presenti sulle pareti.
E ancora, nella sala Sulla natura dello spazio e della materia, sono riunite l’iconica tela lacerata di Fontana, le sperimentazioni sulla materia negli “Achrom” di Piero Manzoni e nelle plastiche combuste di Alberto Burri, nonch. le innovazioni materiche di Carla Accardi e Fausto Merlotti. La project room al momento è dedicata a Lotus – opera dell’acclamato artista olandese Daan Roonsengaarde, che coniuga nei suoi lavori arte e tecnologia, e che per Palazzo Maffei ha creato un fiore “intelligente”, sensibile alla luce e al calore, che ci porta a riflettere sul rapporto tra il mondo attuale e la natura.
Accanto al percorso espositivo, grazie alla direzione di Vanessa Carlon, non manca una vivace proposta di iniziative con i giovani studenti dell’Università di Verona come visite guidate – anche tematiche – e approfondimenti online nei canali social della collezione.