Eventi & Cultura

Divertiamoci a Teatro 2023/2024

TORNA IN SCENA AL TEATRO NUOVO LA FORTUNATA RASSEGNA DIVERTIAMOCI A TEATRO GIUNTA ALLA SUA 25° EDIZIONE. DAL 14 NOVEMBRE AL 22 MARZO OTTO SPETTACOLI PER COMPLESSIVE TRENTADUE RAPPRESENTAZIONI

È in programma al Nuovo, dal 14 novembre al 22 marzo, l’edizione 2023-24 della rassegna Divertiamoci a teatro organizzata dal Teatro Stabile di Verona. Col suo solito, gradito richiamo al “divertimento”, l‘edizione 2023-24 festeggia un quarto di secolo di storia. Nata nel 1999 per rendere piacevoli le serate a teatro con un mix di cultura e divertimento, la rassegna propone anche quest’anno il meglio degli spettacoli brillanti attualmente disponibili a livello nazionale.

«Mai come nell’edizione 2023-24 – dice Piermario Vescovo, direttore artistico del Teatro Stabile di Verona – questa rassegna aveva rivelato rapporti tanto stretti e intensi con la settima arte, il cinema. Degli otto spettacoli in programma per questa venticinquesima edizione, ben sei hanno legami profondi col cinema: cinque sono commedie traslate nel corso degli anni in film di successo, uno è uno spettacolo tratto da un film campione d’incassi. Scorrendo il calendario, il pensiero va subito alle divertenti apprensioni di Gianfranco Jannuzzo che sono quelle di Spencer Tracy del film del 1950 e quelle di Steve Martin del film del 1991. Come i tentativi di calmare il marito di parte di Barbara De Rossi fanno tornare alla mente quelli di Elizabeth Taylor e di Diane Keaton, rispettivamente a fianco di Tracy e di Martin. Che dire poi di Nello Mascia nei panni dell’eccentrico marchese immortalato da Eduardo De Filippo nel film del 1942? E la coppia Solfrizzi-Natoli che ci fa rivivere in teatro le piccanti situazioni interpretate sullo schermo dalla coppia Vitti-Tognazzi? Speciale, toccante è invece il richiamo a John Belushi, “vicino di casa” nel film di John Avildsen del 1981 che purtroppo fu per l’attore statunitense di origine albanese il suo ottavo e ultimo film. Dulcis in fundo la commedia di Orton, “Il malloppo”, che ebbe una felice trasposizione cinematografica nel 1970 con il premio Oscar Richard Attemborough nei panni dell’ispettore Truscott. Accanto a questi cinque casi di teatro che ha felicemente sconfinato nel cinema, il caso contrario di “Quasi amici” che ha visto un film-cult farsi teatro, fenomenologia, questa, che negli ultimi anni si è fatta più frequente. Dal canto loro, i due spettacoli che completano il programma molto “grande schermo” di quest’anno, non fanno che attestare ancora una volta la filosofia di fondo di “Divertiamoci a teatro”: quella di essere una felice terra trasversale dei più diversi generi teatrali brillanti. Da una parte gli Oblivion con le loro divertenti trasfigurazioni musicali “contromano”, dall’altra il gioco estremo di “Chi è io?”, commedia che sa essere “psicotropa quanto psichedelica, psicologica quanto psicosomatica”. Insomma gli ingredienti per divertirsi – conclude Vescovo – ci sono tutti. Quest’anno, forse, più che mai».

A inaugurare la rassegna, dal 14 al 17 novembre, sono Gianfranco Jannuzzo e Barbara De Rossi nei panni dei due apprensivi genitori protagonisti del “Padre della sposa”, divertente commedia che Caroline Francke elaborò dal romanzo omonimo di Edward Streeter del 1949. Da quella commedia e dal romanzo sono stati tratti diversi film e una serie televisiva. I due più celebri, entrambi con un seguito, restano quello del 1950 a firma di Vincent Minnelli dove i genitori sono Spencer Tracy ed Elizabeth Taylor e quello del 1991 con Steve Martin e Diane Keaton. La commedia è una divertente messinscena della “sindrome del nido vuoto”. Quasi da copione, l’imminente matrimonio della figlia con il rampollo di una ricca famiglia manda in crisi il padre restio ad accettare che la figlia (Martina Difonte) non sia più una bambina. L’uomo assumerà atteggiamenti molto bizzarri che faranno preoccupare il parentado. A complicare le cose ci si mettono le eccentricità dell’organizzatore di matrimoni Boris (Gaetano Aronica) e la scelta di allestire il ricevimento in casa. Nonostante il sostegno della moglie, al sempre più stressato padre crolleranno i nervi e tra una figuraccia e l’altra, finirà addirittura in prigione. Completano il cast Roberto Iannone, Marcella Lattuca e Lucandrea Martinelli. La regia dello spettacolo, prodotto da Virginy – L’isola trovata, è di Gianluca Guidi.

Il secondo spettacolo in cartellone, dal 28 novembre al 1° dicembre, è “A che servono questi quattrini” (1940) di Armando Curcio, cavallo di battaglia di Eduardo De Filippo che fu anche protagonista, nel 1942, del film che ne fu tratto con grande successo. Tra gli interpreti di questo nuovo allestimento Nello Mascia, Valerio Santoro, Salvatore Caruso, Loredana Giordano, Fabrizio La Marca e Ivano Schiavi. La vicenda ruota intorno al marchese Eduardo Parascandolo detto “il Professore”, un tipo eccentrico metà filosofo e metà truffatore che ha dilapidato tutti i suoi beni e basandosi su bizzarre teorie attinte in qualche modo da Socrate, Platone e Diogene, allestisce una messinscena per dimostrare l’assoluta inutilità del denaro. Lo fa per aiutare Vincenzino Esposto, un povero falegname innamorato di Rachelina e ostacolato, proprio perché senza quattrini, dal fratello di lei proprietario di un avviato pastificio. Con l’ausilio di Michele, suo fedele servitore, il marchese farà credere a tutti che Vincenzino ha eredito un’enorme quantità di denaro e tutto cambierà all’istante. Lo spettacolo, che si avvale della regia di Andrea Renzi, è prodotto da “La Pirandelliana” e dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale.

Sarà la volta, dal 12 al 15 dicembre, dell’ “Anatra all’arancia” di William Douglas Home (titolo originario “The secretary bird”) proposta nell’adattamento francese di Marc-Gilbert Sauvajon intitolato “Le canard à l’orange”. Ne sono protagonisti Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli. Anche questa commedia datata 1968 ha avuto una versione cinematografica che l’ha resa famosa: è “L’anatra all’arancia” di Luciano Salce del 1975 con Monica Vitti, Ugo Tognazzi e Barbara Bouchet. Con la regia di Claudio Greg Gregory sono in scena, accanto ai due protagonisti, Ruben Rigillo, Beatrice Schiaffino e Antonella Piccolo. «“L’anatra all’arancia” è un classico feuilleton dove – spiega una nota di regia – i personaggi si muovono su una scacchiera irta di trabocchetti. Ogni mossa dei protagonisti, ne rivela però le emozioni e le mette a nudo. A poco a poco il cinismo lascia il passo ai timori, all’acredine, alla rivalità, alla gelosia: in una parola all’amore, poiché è di questo che si parla». La commedia, piena di colpi di scena e giocata sul presunto potere afrodisiaco della pietanza del titolo, così viene sintetizzata dal Morandini: «Due coniugi inclini ai tradimenti, se ne fanno di tutti colori da dieci anni. Poi decidono di mettere la testa a posto. A modo suo è un inno alla famiglia e al matrimonio indissolubile». Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Molière e dal Teatro Stabile di Verona, debutterà in prima assoluta in dicembre.

La quarta opera in cartellone (dal 16 al 19 gennaio) è “Tuttorial”, un’esilarante “guida contromano alla contemporaneità” o, anche, un “anti musical carbonaro a metà tra avanspettacolo e dj set”. Ne sono interpreti e autori, con la regia di Giorgio Gallione, gli Oblivion, ovvero Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli. Gli Oblivion, incantati dal richiamo suadente del metaverso, si proiettano nello spazio-tempo con questo nuovo spettacolo interamente dedicato alla contemporaneità. Dalle tendenze musicali del momento, alle serie TV più blasonate fino ad arrivare alla satira di costume, alla politica e all’attualità, tutto finisce nello spietato frullatore oblivionesco. Una costante riscrittura delle follie e delle stranezze legate alla civiltà digitale dove è possibile ritrovare a sorpresa anche grandi miti del passato in un imprevisto ritorno al futuro. Con il virtuosismo dei loro arrangiamenti, gli effetti sonori più avveniristici e quella innata voglia di distruggere gli schemi, gli Oblivion raccolgono la sfida epocale di guidare il pubblico verso una vera e propria trasfigurazione della realtà moderna per renderla meno complessa e ancora più idiota. Attivi dal 2003, gli Oblivion sono celeberrimi per “I promessi sposi in dieci minuti”, “I promessi esplosi”, “La Bibbia riveduta e scorretta”, la loro storia del rock raccontata in sei minuti, le loro parodie delle canzoni di Sanremo e altre performance spesso “strumenti di orientamento per dare risposte semplici e sintetiche ai grandi interrogativi umani”. Lo spettacolo è prodotto da Agidi.

Dal 6 al 9 febbraio è in programma “Il malloppo” dell’inglese Joe Orton (1933-1967) con Gianfelice Imparato, Marina Massironi e Valerio Santoro. “Il malloppo” è una rocambolesca commedia del 1965, un’esilarante icona dell’umorismo nero inglese poco nota fuori dalla Gran Bretagna. Ne sono protagonisti due ladri che dopo avere svaligiato la banca accanto all’impresa di pompe funebri dove lavorano, nascondono la refurtiva nella bara della madre di uno di loro appena deceduta. Tra furti, omicidi, intrighi amorosi e indagini in ogni direzione, inizia così una sequela di situazioni spassose e assurde. Il testo divenne negli anni Sessanta un successo clamoroso. Fu premiata come migliore commedia dell’anno e lanciò il suo giovane autore Joe Orton allora trentaduenne come la nuova stella del panorama teatrale inglese. Tanti i successi nel West End e a Broadway dove è “Il malloppo” è stato interpretato anche da Alec Baldwin e Kevin Bacon. La commedia ebbe nel 1970 una felice trasposizione cinematografica con un cast di rilievo dove figuravano Richard Attemborough e Lee Ann Remick. Proprio da Joe Orton, scomparso tragicamente a soli trentaquattro anni, prende origine il neologismo “ortonesque”, ovvero “scandalosamente macabro”. Lo spettacolo è prodotto da “La Pirandelliana”.

La rassegna prosegue dal 20 al 23 febbraio con “Quasi amici”, spettacolo tratto dall’omonimo film francese di Olivier Nakache e Eric Toledano del 2011 ispirato a una storia vera. Nei cinema d’Oltralpe è stato il secondo film francese con i maggiori incassi di tutti i tempi. In Italia il film francese di maggior successo negli ultimi decenni. In scena, con la regia di Alberto Ferrari, Massimo Ghini e Paolo Ruffini, agli antipodi su tutto eppure amiconi con una smodata voglia di ridere e di prendersi in giro. Ghini interpreta un miliardario paraplegico che sceglie come aiutante personale un tipo, Paolo Ruffini, che tira avanti con sussidi statali e si barcamena come può nella vita. «Da una parte – dice il regista – un uomo molto agiato, intelligente, affascinante e che vive di cultura. Un uomo che il destino ha voluto relegare a solo cervello facendolo precipitare con il parapendio. Dall’altra un uomo che entra ed esce di galera, con una sua intelligenza vivace e una cultura fatta sulla strada. Un uomo che preferisce porre il suo corpo avanti a tutto e lasciare il cervello quieto nelle retrovie. Un predatore che in realtà è una preda delle proprie debolezze. Questi due uomini finiranno col diventare inseparabili». Lo spettacolo è prodotto da Enfiteatro.

Il penultimo appuntamento della rassegna è una produzione di Nuovo Teatro in programma dal 5 all’8 marzo: “Chi è io?” con Francesco Pannofino, Emanuela Rossi, Eleonora Ivone e Andrea Pannofino. “Chi è io?” di Angelo Longoni che firma anche la regia, è una divertente commedia che va a parare su quello che alla fine vogliono in tanti: essere amati e, all’occorrenza, perdonati. “Chi è io?” è un’indagine condotta sotto i riflettori e davanti alle telecamere che ripercorre l’esistenza di Leo Mayer, un intellettuale molto critico della società improvvisamente catapultato nel tritacarne trash di un’ospitata televisiva in cui tutto viene fuso e mischiato. L’alto e il basso diventano indistinguibili e lo spaesamento è comico quanto inquietante. Con questa commedia che mescola realtà, fantasia e inconscio Francesco Pannofino (grande doppiatore che ha prestato la voce, tra gli altri, a George Clooney, Denzel Washington e Kurt Russell) torna dunque al Nuovo. Un gradito ritorno dopo avervi interpretato, un anno fa con grande successo, “Mine vaganti” di Ferzan Özpetek.

A chiudere la rassegna dal 19 al 22 marzo è “Vicini di casa” di Cesc Gay con Amanda Sandrelli, Gigio Alberti, Alessandra Acciai ed Alberto Giusta, adattamento della commedia “Los vecinos de arriba” che nel 2020 è diventata un film di successo, sempre a firma di Cesc Gay, col titolo “Sentimental”. In un gioco di rimandi, Gay si è comunque ispirato al romanzo di Thomas Berger del 1980 “I vicini di casa” da cui fu tratto, nel 1981, l’omonimo film di John Avildsen, l’ottavo e ultimo film di John Belushi, il terzo e l’ultimo con Dan Aykroyd. La vicenda è incentrata su due coppie che si confrontano sul tema della sessualità. Anna e Giulio stanno insieme da molti anni. Hanno un lavoro, una bambina, qualche interesse e molte frustrazioni. Lui si rifugia spesso in terrazza a guardare le stelle. Lei cerca conforto nei manuali di auto aiuto. A scardinare questa apparente stabilità ci pensano Laura e Toni, i vicini di casa, che, invitati per un aperitivo, irrompono nel loro appartamento e nella loro vita. Anna e Giulio sanno poco sul conto dei vicini. Una cosa però è certa: fanno di continuo l’amore, rumorosamente! Giulio li considera incivili, Anna ha il coraggio di ammettere che, in fondo, invidia la loro vivace vita erotica. Fra un bicchiere di vino e una fetta di Pata Negra, Laura e Toni si riveleranno molto più spregiudicati del previsto e Anna e Giulio finiranno per confessare fantasie, vizi e segreti che non avevano mai avuto il coraggio di condividere. Lo spettacolo è una coproduzione Nido di ragno, Cardellino e Teatro Stabile di Verona.

 

 

ABBONAMENTI
Fino al 27 settembre gli abbonati alla stagione 2022-23 possono rinnovare l’abbonamento con conferma dello stesso posto. Dal 2 al 25 ottobre sarà possibile acquistare i nuovi abbonamenti. I prezzi per vedere gli otto spettacoli sono rimasti invariati.
€ 180,00 per la platea (ridotto over 65 € 170,00)
€ 145,00 per la balconata (ridotto over 65 € 138,00)
€ 95,00 per la prima galleria (ridotto over 65 € 90,00)
€ 75,00 per la seconda galleria (ridotto over 65 € 70,00)

Gli abbonamenti possono essere acquistati al Teatro Nuovo, tel. 0458006100, dal lunedì al sabato ore 15.30-19.30 e a Box Office, tel. 0458011154, dal lunedì al venerdì ore 9.30-12.30 e 15.30-19.00, sabato ore 9.30-12.30.

 

BIGLIETTI SINGOLI SPETTACOLI (in vendita dal 30 ottobre)
Platea € 26,00 + € 2,00 prevendita
Balconata € 23,00 + € 2,00 prevendita
Prima galleria € 15,00 + € 1,50 prevendita
Seconda galleria € 12,00 + € 1,50 prevendita
speciale ridotto ESU € 3,00

TEATRI 10 e LODE

Un ingresso a € 10,00 e uno in omaggio per lo spettatore con disabilità motoria in sedia a rotelle + accompagnatore.

Due ingressi a € 10,00 per lo spettatore con disabilità o invalidità che occupi il posto a sedere + accompagnatore. Solo per tali posti è possibile la prenotazione tramite e-mail a biglietteria@teatrostabileverona.it

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