STILE ED ELEGANZA NELL’ABBIGLIAMENTO SPORTIVO PER IL GOLF E PER IL TEMPO LIBERO
Come e quando è nato Chervò?
Chervò nasce nel 1982, dall’unione dell’animo creativo di Peter e di quello imprenditoriale di Manfred.
Peter, con alle spalle un passato agonistico quale membro della Valanga Azzurra di sci, aveva compreso che i due mondi apparentemente inconciliabili dell’abbigliamento tecnico e dell’abbigliamento di moda per lo sci potevano invece convergere in un’innovativa linea realizzata con tessuti e costruzioni altamente tecnologiche e funzionali ma caratterizzata da colori, stampe e vestibilità allineati allo stile e alla moda per il tempo libero.
Manfred, da parte sua voleva trasformare quella formidabile idea creativa in un vero e proprio business, in un segmento di mercato ancora inesplorato.
Un’idea così forte non poteva che attribuire al brand un’immagine dirompente dal forte carattere.
In 40 anni l’azienda ha percorso tanta strada restando tuttavia sempre fedele alla sua visione originaria.
Quando Peter si è avvicinato al mondo del golf ha compreso che la sua formula di associare tecnologia a stile sarebbe stata perfetta anche per quello sport progettando una linea che si è rapidamente imposta nel mondo ed è oggi riconosciuta come una delle più prestigiose.
La crescita della linea per il golf è stata tale da far abbandonare nel nuovo millennio la linea sci, ormai diventata marginale. I prodotti Chervò sono apprezzati in più di 30 paesi nel mondo raggiunti tramite agenti, distributori nazionali o il web.
Negli Stati Uniti Chervò opera con una propria filiale con sede a Palm Beach, in Florida. Nel 2022 spegneremo 40 candeline: un traguardo che non sarebbe stato possibile senza aver mantenuto fede alla nostra visione e soprattutto senza i nostri collaboratori e i nostri partner commerciali.
Come sono cambiate le priorità produttive e comunicative nel tempo?
La nostra filiera produttiva si è andata formando nel tempo privilegiando partner affidabili, precisi, flessibili anzich. inseguire uno “shopping” dei fornitori fondato esclusivamente sul prezzo.
Questa politica ci ha salvato dagli effetti dirompenti della pandemia nella catena di fornitura globale.
Per quanto riguarda la comunicazione, pur nella fedeltà a concetti di gioia di vivere mediterranea e di immagine irriverente, ma sempre rigorosa e attenta al nostro mondo specifico, è dirompente l’avvento della comunicazione digitale che ci permette di dialogare in modo più mirato con i nostri consumatori.
Quali sono le nuove sfide del futuro?
La digitalizzazione e la sostenibilità ambientale sono le due sfide che sono giù presenti, ma con le quali dovremo confrontarci anche nei prossimi anni.
Altri problemi che stanno emergendo riguardano le materie prime, l’energia e la logistica internazionale che la pandemia ha acutizzato, ma probabilmente continueranno a condizionare anche gli scenari futuri.
Quanto investite sulla sostenibilit.?
Siamo impegnati, per quanto ragionevolmente possibile, nella riduzione dell’impatto ambientale e selezioniamo i nostri fornitori di materiali anche in base a queste valutazioni, ma siamo pienamente consapevoli che la strada è ancora lunga e per questo ci teniamo alla larga dallo sbandierare a fini commerciali gli sforzi fatti.
Per noi essere sostenibili, significa in primo luogo disegnare e realizzare capi di alta qualità che durino nel tempo eliminando gli sprechi grazie ad un’attenta programmazione delle produzioni.
Che tipo di stile proponete oggi? Trend per il prossimo anno?
Per la prossima collezione estiva, ci siamo ancora una volta ispirati al nostro territorio, alle bellezze del nostro BelPaese, facendoci portavoce del lifestyle italiano sui campi da golf di tutto il mondo.
Chervò ha un suo stile che è allineato alle tendenze moda di fondo ma non pretende di dettare l’ultima moda, uno stile che rimane fedele a sé stesso: ovvero elegante nel design e di grande qualità nei materiali e nella fattura, progettato per il golf, ma ideale per ogni occasione in cui non sia richiesto un abbigliamento formale.
Come è cambiato, se è cambiato, il vostro approccio produttivo e comunicativo durante la pandemia? Avete preso decisioni diverse indotte dalla pandemia.
Certamente abbiamo dovuto reagire con prontezza per far fronte all’emergenza sanitaria e a tutte le sue implicazioni.
In particolare abbiamo dovuto inventarci nuovi strumenti di vendita per ovviare ai lockdown e alle restrizioni nei viaggi come pure strumenti di comunicazione con i fornitori.
In ogni caso ci rendiamo conto di essere stati fortunati, visto che il gioco del golf rappresenta un’attività a bassissimo rischio di contagio, giocato all’aria aperta e con distanziamento sociale che avviene normalmente, solo la stretta di mano finale è stata sostituita da altri riti.
La riduzione delle vendite nelle destinazioni turistiche è stata compensata dall’incremento degli affari nei paesi di origine dei flussi turistici.
Nel complesso abbiamo registrato con soddisfazione sia l’arrivo di nuovi giocatori sia l’aumento della frequentazione dei giocatori esistenti.
La prudenza negli approvvigionamenti e le buone vendite hanno contribuito ad abbassare le nostre scorte di magazzino a livelli storici.