Architettura

Tra Lago

UN RIFUGIO PER UN GIOVANE ESCURSIONISTA

Quando Davide è entrato in studio sapeva già quello che sognava…io non ancora.

Mi ha fatto vedere il luogo dove sorgeva una vecchia casa degli anni 60, alle pendici del monte Baldo.

In questo luogo avrebbe voluto il suo rifugio…poi è partito per il Nepal, le alte montagne dell’Asia dove l’anima si perde con il cielo e si è circondati da un ecosistema unico.

Non l’ho più visto per mesi, ma in questo periodo ho elaborato il progetto pensando a quello che dovevo fare e sviluppare: un progetto che si integrasse con la natura, specificatamente con le pendici di una tra le più belle montagne d’Italia, il Monte Baldo.

Una casa in simbiosi con l’ambiente e cielo circostante, concepita per quel luogo è solo per quello.

Lo spazio abitato non riguarda solamente una finalità, il ripararsi, ma interagisce con l’esterno arrivando talvolta ad annullare la soglia sottile che definisce i due ambiti, configurandoli in un’unica realtà.

Ciò può essere visto come un ritorno alle origini lontane nel tempo dove l’uomo si riparava dalla natura con semplici strutture naturali, segnando poi per secoli il rapporto uomo natura.

Lo sviluppo sostenibile risponde alle necessità del presente, senza compromettere la capacità nel futuro di soddisfare le esigenze, connesse al rispetto e tutela dell’ambiente; impegno sempre più importante sia per chi progetta e sia per chi ci deve abitare.

Per questo motivo, nel progettare la “casa” ho pensato di utilizzare materiali naturali, quali il legno per rivestimento esterno, il pavimento esterno ed interno e per parti strutturali come il tetto.

La copertura è stata realizzata in lamiera preverniciata graffata, con protezioni per fermare la neve che potrebbe accumularsi sul manto di copertura.

Infine, la scala che unisce i due piani è stata fatta in ferro naturale sagomato.

Il riscaldamento è garantito da una stufa a legna, per tutto l’edificio, che è ottimamente coibentato.

Le grandi vetrate consentono un affaccio panoramico previlegiato sul lago di Garda, studiate in maniera tale, che da qualsiasi punto, all’interno dell’edificio si possa avere sempre una visione prospettica diversa, sia verso la montagna o verso il lago.

È stata una emozione progettarla…e vederla poi realizzata.

Quando Davide è tornato dal Nepal e ha visto il progetto ne ha trovato “il suo rifugio”, il sogno della sua vita, come essere sulle alte montagne del Nepal.

Ogni volta che salgo al “rifugio” mi accorgo con piacere che la natura si integra perfettamente nell’ambiente dell’edificio.

È una grande soddisfazione, uno stato d’animo che gratifica il lavoro dell’architetto, quando il costruito riesce a completarsi in modo armonico col nostro meraviglioso paesaggio.

ARCHITETTO / ARCHITECT
Donatella Bertelli

ARCHITETTO / ARCHITECT
Sara Maria Cavicchioli

COMMITTENTE / CLIENT
Davide Fambri

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